Il progetto ha approfondito il tema degli Strumenti Finanziari nel sostegno alle Aree interne: una priorità della programmazione 2014-2020, esplicitata nel Documento “Metodi e Obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari”, che interessa il 53% dei comuni italiani cui fa capo il 23% della popolazione del nostro Paese, in una porzione di territorio che si sviluppa sul 60% della superfice nazionale.
Le problematiche e gli obiettivi di coesione territoriale per questi territori sono presenti nella “Strategia Nazionale per le Aree interne del Paese”, parte integrante del Piano Nazionale di Riforma, e oggetto dell’Accordo di Partenariato. Nell’ambito del nostro progetto, sono stati analizzati gli Strumenti Finanziari che possono supportare il processo, concentrando maggiormente l’attenzione sugli obiettivi tematici 4, 6 e 7, rispettivamente “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori”, “Tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse”, “Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete”.
Gli ambiti di studio sono risultati eterogenei: interventi di riqualificazione territoriale, infrastrutture a supporto dell’economia locale per i settori agricolo del turismo, per i servizi alle imprese e ai cittadini, infrastrutture digitali, impianti per l’efficientamento energetico e la produzione di energia rinnovabili. E’ emerso che il ricorso al funding privato, in aggiunta a quello pubblico, è ormai una condizione imprescindibile per finanziare interventi e dare attuazione a molte politiche pubbliche. La rotatività degli Strumenti Finanziari, che permette una capitalizzazione delle risorse per la comunità, è un importante valore aggiunto, ma va accompagnata a un cambio culturale per adeguare l’intero sistema. Tale esigenza si avverte tanto per la Pubblica Amministrazione, quanto per gli intermediari e beneficiari finali, che devono adeguarsi al passaggio dalle contribuzioni tradizionali a quelle a restituzione, da contributi a fondo perduto ai fondi rotativi. Accanto al cambio culturale, serve un investimento per l’accrescimento delle competenze tecniche, con programmi di formazione che dotino, da un lato, la Pubblica Amministrazione di competenze finanziarie e, dall’altro, gli intermediari di competenze in tema di regolamentazione pubblica.